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SPIAGGE E LIDI DEL SALENTO



San Pietro Vernotico: Calidoski – Campo di Mare – Lido con ampio arenile e tutti i servizi necessari per passare una giornata in pieno relax (lettini, ombrelloni, musica, gazebo…) o in movimento (beach volley, beach tennis, noleggio canoe e pedalò)
Casalabate: Lido con arenile e scogliera bassa
Lecce: San Cataldo: Lido con ampio arenile e pinete
San Foca: Lido con arenile e scogli affioranti come isolotti
Torre dell’Orso: Lido con fine arenile e ampia pineta
Otranto: Lido con arenile
Santa Cesarea Terme: Lido con scogliera alta e pineta
Santa Maria di Leuca: Lido con scogliera bassa e piccoli arenili
Morciano: Lido di « Torre Vado », con ampio arenile
Gallipoli: Lido di « San Giovanni », con ampio arenile
Porto Cesareo: Lido con ampio arenile
Ugento: Marina di S. Giovanni, lido con scogliera bassa e occhielli di sabbia
Racale: Marina di « Torre Suda », lido con scogliera bassa
Cattedrali e Santuari provincia di Brindisi e Lecce
Casalabate
L’abbazia di Santa Maria di Cerrate, situata sulla strada provinciale che collega Squinzano a Casalabate, fu costruita nel XI secolo. Oggi di proprietà dell’Amministrazione provinciale di Lecce. L’area in cui sorge l’Abbazia di Cerrate, fu acquisita dalla provincia di Lecce nel 1965, e venne destinata a sede del museo e del centro di ricerche e studi di folklore e tradizioni popolari salentine. All’ingresso del museo, in una platea datata 1692 eseguita dal tavolario Gaetano Pinto scritto: l’Abbadia di S.Maria a Cerrate sita nelle pertinenze della Terra di Trepuzzi.
Brindisi
La chiesa di Santa Maria del Casale un’interessante costruzione romanico-gotica sita 2 chilometri a nord di Brindisi, nei pressi del quartiere Casale, sulla strada per l’aeroporto. Fu eretta allo scadere del XIII secolo sul luogo dove esisteva una cappella che custodiva un’icona mariana legata ad una pia tradizione a san Francesco d’Assisi che, di ritorno dalla Terrasanta, avrebbe qui pregato. Fu donata nel 1300 dal re Carlo II all’arcivescovo Pandone. Il luogo dove sorgeva la chiesa della Madonna del Casale era solitario e ameno e gli arcivescovi di Brindisi vi costruirono la loro dimora estiva Caratteristica per il notevole gusto cromatico la facciata a fasce di disegni ornamentali di pietre a due colori; spartita, come i fianchi, da esili lesene tristili, congiunte da cornici in basso e dall’archeggiatura cieca in alto, a scala lungo il timpano della facciata e ad archi trilobi sui fianchi e nella parte absidale. Sul portale un originale protiro pensile, aperto davanti con un arco trilobo, ripete lo schema architettonico della facciata; al di sopra si apre una grande finestra ogivale. Internamente la croce latina ad una navata con tetto a capriate e volta a crociera sull’abside. Vi si conserva una colonna in marmo pario sovrastata da una croce che si ritiene essere quella dell’Osanna (IX secolo).
Ostuni
Arroccata su tre colli, Ostuni sorge nella valle d’Itria a 218 m sul livello del mare. A circa 42 km da Brindisi e a 8 km dal mare dove sventola la bandiera blu.
La caratteristica principale della città ha la colorazione a calce delle sue case, stile ancora oggi rispettato dagli abitanti. Al centro della città troneggia la cattedrale quattrocentesca, costruita secondo lo stile romanico-gotico, in cui spicca il grande rosone a 24 raggi.
Lungo via Cattedrale che divide in due il cuore medievale della città , si trova l’ex Monastero carmelitano sede del Museo delle civiltà preclassiche della Murgia Meridionale dove è esposto il calco di Delia, una donna in gravidanza vissuta 25.000 anni fa.
Lecce
Considerata da sempre cerniera tra Rinascimento e Barocco, la spettacolare chiesa di Santa Croce, dall’interno a tre navate, ha la più rappresentativa espressione del Barocco leccese, in particolar modo per la ricchezza decorativa della facciata. All’interno, la navata centrale è larga quanto le navate laterali con le cappelle. La copertura delle navi laterali sono a volte a crociera, mentre un ricco cassettone copre quella centrale e un’alta e luminosa cupola situata all’incrocio dei bracci. Essa fu realizzata tra il 1549 e il 1646 dai tre architetti Riccardi, Penna e Zimbalo.

Il salotto elegante di Lecce è Piazza Sant’Oronzo, in parte occupata dall’Anfiteatro romano del I-II secolo d.C., riportato alla luce all’inizio del Novecento. Nella piazza s’innalza la colonna, donata dalla città di Brindisi per cercare di adornare la spoglia piazza, con la statua di Sant’Oronzo, protettore della città . Di fronte alla statua si trova l’armonioso palazzetto del Sedile, antica sede del Municipio, dove il sindaco riceveva la cittadinanza. Accanto a questo edificio, sorge la chiesetta di San Marco, importante testimonianza dell’esistenza di una colonia di mercanti veneti giunti in città per praticare attività commerciali. Un’altra testimonianza artistica che si affaccia sulla piazza davanti all’anfiteatro c’è la chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Otranto


Nel pieno centro del borgo antico, sorge una delle meraviglie architettoniche non solo di Otranto, ma di tutto il Salento: la Cattedrale di Santa Maria Annunziata.
Non si tratta di una semplice chiesa o solo di un luogo di culto bello da vedere ed ammirare, ma di una straordinaria testimonianza storica della vita della città , di un tesoro artistico di assoluto valore, ed anche di un simbolo della cristianità a causa degli avvenimenti accaduti fra le sue mura.
Giunti in piazza Basilica, ci troviamo di fronte ad una struttura pulita, lineare, lontana dai mille fronzoli del barocco salentino. La Cattedrale infatti risale alla seconda metà dell’anno 1000, ed è stata costruita su antichi resti di villaggi messapici, romani e paleocristiani. Inoltre ha subito numerosi assalti, è stata più volte distrutta e ricostruita. Un episodio su tutti è certamente l’invasione turca del 1480, durante la quale fu scritta una delle pagine più tristi per la città all’interno della cattedrale infatti furono massacrati i fedeli e i membri del clero che si rifugiarono fra queste mura per sfuggire all’attacco. Il luogo cristiano fu defraudato e adibito a moschea, e i tesori artistici contenuti andarono distrutti, fino a quando la chiesa e la città tutta venne liberata ad opera degli Aragonesi.
Vero gioiello è l’interno della Cattedrale con il mosaico pavimentale: un’opera d’arte di assoluto valore, dalla bellezza sbalorditiva e dal grande significato. Il capolavoro realizzato dal monaco Pantaleone e terminato nel 1164, raffigura infatti l’albero della vita, e i passaggi raccontati dall’Antico Testamento, che narrano del cammino che l’uomo svolge per dirimersi dal peccato e cercare la salvezza eterna. Gli Attori del mosaico sono quindi Adamo ed Eva, ma anche altri personaggi e numerosi animali, ognuno naturalmente con il proprio carico simbolico. L’opera impreziosisce, con la propria magnificenza, le navate ed il presbiterio.
Gallipoli

Nel cuore della città sorge una delle chiese più importanti per i gallipolini, sia dal punto di vista religioso che artistico: la solenne Cattedrale intitolata a Sant’Agata, la cui costruzione ebbe inizio esattamente nel 1629, in periodo Barocco. Nata nello stesso luogo dove secoli prima sorgeva una chiesa medievale già distrutta nel XVII secolo, ereditandone la devozione per la santa, che in questo venne tramandata fino a noi dal bel lontano 1126. Nella Cattedrale sono custodite in delle teche le reliquie di alcuni santi, tra le quali quelle di San Fausto. In epoca passata i fedeli potevano rivolgere la loro dedica anche la reliquia più importante per la città , la mammella di Sant’ Agata, che ora si può osservare nella Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina dove fu trasportata all’atto della conclusione dei lavori di costruzione dell’edificio dal suo fondatore, Raimondello Orsini Del Balzo.
Comuni Salentini


Ugento: la Cattedrale dedicata all’« Assunta », rifatta nella prima metà del sec. XVIII dopo che i Turchi l’avevano distrutta nel 1545
Alezio: Santa Maria della Lizza
Carpignano Salentino: Maria SS. della Grotta
Copertino: Collegiata « Madonna delle Nevi »
Cagliano del Capo: San Francesco di Paola
Galatone: Crocifisso della Pietà Madonna delle Grazie
Leuca: Santa Maria di Leuca
Palmariggi: Madonna di Montevergine
Parabita: Madonna della Coltura
Racale: Madonna del Fiume
Supersano: Madonna di Celimanna
Torrepaduli: San Rocco
Castelli e Forti del Salento
Forte A Mare Brindisi


Il Castello Alfonsino sorge sull’isola di S. Andrea nel bacino del porto di Brindisi e fu costruito da Alfonso d’Aragona nel 1445. Detto anche Castel Rosso per la particolare tonalità rossiccia del tufo con cui è stato realizzato l’intero apparato delle cortine murarie, è caratteristico perchè al suo interno racchiude un meraviglioso approdo costituito da una suggestiva darsena cinta da mura e accessibile dal mare attraverso un bellissimo arco. Al primo piano vi è un ampio salone che, a giudicare dalle dimensioni, potrebbe essere stato adibito a grandi riunioni: questo è circondato da piccoli locali ad andamento curvilineo. Nel 1481, la fortezza fu ampliata da Alfonso, Duca di Calabria. La rocca venne prolungata verso nord-est e, con l’aggiunta di poderosi antemurali e baluardi, assunse il suo aspetto definitivo. Dopo decenni di possesso la Marina Militare lo ha dismesso e l’intero complesso è stato rilevato dalle istituzioni civili che stanno realizzando un importante piano di recupero.
Acaya

A pochi chilometri da Lecce, nei pressi di Vernole sorge il villaggio di Acaya, anticamente chiamato Segine, abbracciato da possenti mura e da un ampio fossato. Considerato uno dei migliori esempi di architettura difensiva rinascimentale di Terra d’Otranto, il Castello di Acaya veglia il piccolo borgo custodendo secoli di storia.
Il borgo fortificato, modello di città ideale che svela sin dal suo concepimento la volontà di unire alla sicurezza delle architetture l’operosità del suo popolo, Acaya è da qualche tempo al centro di un’importante azione di recupero storico, artistico e culturale da parte del Comune di Vernole e della Provincia di Lecce
Castelli di Otranto e Castro


Sulle acque dell’Adriatico si riflette la bellezza del Castello di Otranto e del Castello di Castro, legati dallo stesso tragico destino. Il secondo, avvolto dall’antica cinta muraria, risale al XII secolo ma, semidistrutto dai Turchi in contemporanea con la presa di Otranto, fu ricostruito dalla nobile famiglia dei Gattinara nel 1500 ed oggi accoglie la mostra archeologica permanente Castrum Minervae: tra Greci e Messapia
Eventi e mostre sono spesso allestiti anche all’interno del castello di Otranto, di fattura sveva ma ricostruito dagli Aragonesi di Napoli: spiccano i tre torrioni cilindrici, un alto fossato ed un bastione che è, di nome e di fatto, una punta di diamante Nei pressi delle mura del castello insistono diversi locali commerciali assiduamente frequentati dai numerosi turisti.